Stia tranquilla, respiri… sono due!

Con queste parole il 6 ottobre del 2013 scoprii di aspettare due gemelli.

La scoperta fu come un fulmine a ciel sereno, ignoravo completamente il “ gene dei gemelli ” che, silenzioso, albergava nel mio

dna.

Dopo la sorpresa e la felicità di un doppio fiocco, subentrarono “i pensieri “: l’organizzazione di un doppio parto, al lavoro

come faro? e a casa? chi mi aiuterà? riuscirò a dormire? allattamento? biberon? svezzamento? quante culle? camera unica o

doppia camera? …

E proprio quando stavo per essere presa dallo sconforto, il futuro papà s’intromise nei pensieri con questa frase: “Pensa che

bello quando andremo a fare fuori strada tutti e tre insieme!”

Scoppiai a ridere e capii che, forse, avrei potuto vivere la gravidanza con spensieratezza e permettermi qualche sogno ad occhi

aperti come aveva già iniziato a fare il papà.

Alla fine, le speranze degli uomini della famiglia (chiarissime anche se inespresse) che fossero maschi, furono soddisfatte e l’11

maggio 2014, nel giorno della festa della mamma, sono nati Giacomo ed Edoardo con parto naturale, in anticipo di una

settimana sulla pianificazione del parto cesareo (primo cambio di programma della loro vita, ma sicuramente non l’ultimo!)

Da vera maniaca del controllo capii subito che da quel giorno in poi avrei sicuramente potuto progettare ogni dettaglio, ma che

altrettanto sicuramente ,nel 50% dei casi, avrei dovuto inventarmi un piano ‘B’ dell’ultimo secondo…insomma avrei dovuto

nutrire l’immaginazione e costruire una rete di salvataggio per ogni emergenza possibile!

La vita a tre (senza aiuti fissi e prolungati da nonni e zii) fin dall’inizio, è stata a doppia felicità, ma anche a doppia velocità e

impegno, per cui ora posso affermare che l’unico modo per riuscire ad arrivare a tutto è avere un piano organizzativo ben

studiato ed efficace.

Decisi, fin dall’inizio, che i pupi avrebbero avuto gli stessi orari: poppate contemporanee, rutti quasi simultanei, e, ancora,

nanne coincidenti.

Naturalmente è stato fondamentale avere un pediatra di cui fidarmi e che, come il nostro, sapesse sempre dare le indicazioni

giuste per uscire dai momenti di impasse .

Ho trovato una tata cui affidare i pargoli la mattina mentre sono al lavoro e sono stata fortunata (dopo una scelta piuttosto

accurata): è dolce, sempre sorridente, non perde mai la pazienza e i gemelli l’accolgono ogni mattina con grandi sorrisi

sdentati.

Ogni situazione può, ovviamente, essere vista da più prospettive, ma, da eterna ottimista, ho sempre cercato di vedere il lato

positivo della vita, nonostante le difficoltà che ho incontrato e, anche ora, credo sia che questo sia il giusto approccio: ci

saranno ostacoli, stanchezze e momenti di incertezza, ma li supererò con i gemelli in braccio, il loro papà a fianco e un po’ di

ottimismo.

Il papà dei gemelli da lunedì a venerdì è un papà a fascia oraria… serale-notturna, ma il week end è…suo e con un po’ di

fiducia, anche lui ha imparato a ‘governare’ i piccoli come un giocoliere.

I nonni paterni hanno espresso il desiderio di essere nonni e non babysitter e i nonni materni vivono in un’altra città, così

abbiamo impostato la routine quotidiana in modo da rendere sereni pupi e mamma: orari fissi per nanna, pappa e bagnetto e

nel resto del tempo si gioca, si rotola e si ride .

Pioggia permettendo, usciamo quasi ogni giorno per lunghe passeggiate che divertono loro e aiutano me a svagare la mente.

Dopo otto mesi sono sicura che, anche senza l’aiuto di mamme e suocere (che qualche volta proprio cercando di aiutare ci

rendono insicure e dipendenti), ce la si può fare.

Le parole chiave sono: organizzazione, ottimismo e fiducia, lasciando l’apprensione fuori dalla porta: i bambini si ammalano,

cadono e piangono, anche se non sono gemelli, male che vada dovremo curare, raccogliere e consolarne due alla volta e non

uno solo, ma forse il bello e’ proprio questo!