Sono nato con te. Son cresciuto con te

e da te ho imparato a gioire delle cose

che abbiamo condiviso. Presenza, la tua,

costante ed assidua, fino a quando il

figlio che la mia donna teneva in

grembo non ha spezzato quell’eterno

momento ed io, fratello mio, ti ho

dovuto lasciare, rinunciando alla tua

pelle, ai nostri giochi, alle nostre intese.

Quel filo poi ha cominciato a stendersi

attraverso le nostre menti, i nostri

richiami e a quell’indissolubile

uguaglianza di sentimenti che pur

nella diversità del carattere ci vedeva stretti

l’uno all’altro. Io ero pronto a

combattere per te e so che tu lo saresti

stato per me, la vita ci ha separati quel

giorno, la vita ci ha presi affinché

potessimo dedicarle un po’ del nostro

tempo e così hanno fatto il loro ingresso

gli amori, gli occhi dei nostri figli, il pianto

di una madre per nostro padre.

Ovunque e dovunque però quel filo

terrà, senza spezzarsi

ed io, per questo, ti sarò grato per sempre,

fratello mio. Soltanto qualche mese fa

ti promisi che saremmo tornati

ad affrontare insieme, uno di fianco all’altro,

le onde del nostro mare, puntando la prua

verso l’orizzonte. Ora ti chiedo di aspettarmi

ed insieme, fianco a fianco com’è sempre stato,

affronteremo le nuvole, puntando la prua

verso il sole.

Ti abbraccio forte, mio capitano

Fabrizio