Quando al posto di un bambino ne arrivano due cosa può succedere?
Niente che non sia già successo moltissime altre volte in tutti i tempi e i luoghi del mondo. Certo all’inizio nella coppia un certo sgomento è inevitabile, ma dura poco se “gli altri” non insistono con dubbi preoccupazioni ed altro che i nuovi genitori sono in grado di rimuovere rapidamente.
Una gravidanza gemellare, fatte poche eccezioni, è una gravidanza normale che richiede solo una maggiore attenzione ma con le stesse precauzioni di un’altra gravidanza: curare l’alimentazione, non fumare, niente alcool, limitare l’attività fisica proporzionalmente al progredire della gravidanza, tenere sotto controllo l’aumento di peso (tra 18 e 20 kg). I gemelli alla nascita sono mediamente più piccoli dei loro coetanei singoli, ma questo non comporta alcun problema in sé.
Quando si torna a casa, in quattro invece che in due, il mondo è cambiato! Certo e come potrebbe essere altrimenti! Ci saranno situazioni nuove da affrontare, alcune di esse potrebbero essere molto impegnative. Oltre al nuovo menage fatto di biberon, pannolini, bagnetti, culle, qualche problema potrebbe insorgere a causa dei diversi ritmi biologici cui è soggetto un neonato, e non è detto che quando i bebè siano due debbano necessariamente essere coordinati.
I ritmi biologici di un neonato sono regolati principalmente dal bisogno di alimentarsi, il sonno tra i pasti è un importante fattore protettivo per un sistema nervoso non ancora sviluppato; lo protegge infatti dall’eccesso di stimoli, potenzialmente dannoso per la struttura cerebrale così come l’ipostimolazione. Questi ritmi si modificano nel tempo e occorre circa un anno perché possano raggiungere una strutturazione vicina a quella degli adulti; diventano via via più dipendenti dalle modificazioni ambientali ma, occorre rispettarne l’evoluzione biologica naturale. Per favorire questa esigenza è necessario che i ritmi dell’adulto si regolino in un primo tempo su quelli dei bambini e, quando questi sono due è senz’altro meglio che anche i genitori siano “due”. La compresenza dei gemelli induce spesso a ragionare se sia meglio sincronizzare tutti gli interventi, (pappe, sonno, igiene personale) o tenerli distinti per ciascuno; non esiste una risposta univoca. Se risparmiare qualche energia nell’organizzare spazi e tempi può rappresentare un indiscutibile aiuto, non bisogna tuttavia cercare questa soluzione ad ogni costo, potrebbe essere economicamente controproducente cercare ossessivamente l’ottimizzazione togliendo tempo ed energie alla costruzione del delicato rapporto affettivo che coinvolge bimbi e genitori.
Essere cresciuti insieme, per nove mesi durante la gravidanza, e poi giorno dopo giorno, comporta fortissimi legami emozionali fino al punto da stabilire codici comunicativi privilegiati, quello che lo psicologo René Zazzo ha definito un “giardino segreto”. È un linguaggio privato, fatto di gesti e parole che sfuggono alla comprensione degli adulti , ma che i gemelli usano fin dai primi anni di vita per comunicare tra loro.
Questa condizione potrebbe costituire un ostacolo per lo sviluppo di una personalità indipendente, spesso, nei gemelli identici i comportamenti dei due bambini sembrano quelli di una persona che si guarda allo specchio! Non c’è nulla di male in tutto ciò, basta evitare però comportamenti che incoraggino o favoriscano questa “dipendenza reciproca”; ogni bambino ha bisogno comunque di un suo spazio e di tempi e rapporti solo a lui dedicati. Ogni gemello ha il suo nome, è giusto rivolgersi spesso a lui e lui solo e non unirli accomunandoli nelle gratificazioni così come nei rimproveri.
Crescere insieme, ma come due individui unici favorirà l’emergere della personalità di ciascuno senza alterarne la dimensione affettiva.
Non sarà necessario, raggiunta l’età, iscriverli in scuole separate; l’atteggiamento pedagogico nei confronti dei gemelli si è molto modificato negli ultimi vent’anni e attualmente prevale l’orientamento a non cercare la separazione a tutti i costi. I gemelli che possono stare insieme nel periodo prescolare e anche nei primi anni di scuola elementare sembrano ottenere risultati migliori sia da un punto di vista accademico che sociale rispetto a quelli che sono stati arbitrariamente separati. A quattro o cinque anni i bambini semplicemente non sono pronti a sopportare contemporaneamente la separazione da casa, dai genitori e dal fratello e possono prevalere atteggiamenti ansiosi reciproci nei riguardi dell’altro, tali da rendere difficoltosa una serena attività didattica. Conquistato l’adattamento scolastico, la separazione potrà realizzarsi ai livelli scolastici superiori quando personalità, aspirazioni, talenti avranno raggiunto spazi e modi sufficienti per affinarsi e consolidarsi.
Spessissimo i gemelli avvertono il fattore “complementarietà” e sentono il bisogno di “entrare nei panni dell’altro”, si tratta di un bisogno quasi primario, vedere l’altro in difficoltà è come essere in difficoltà in prima persona e quindi non si può non intervenire, sapendo poi quanto si è più forti quando si è in due! La separazione fisica non è quella che rende le persone individui; l’ importante è stabilire relazioni individuali efficaci e durature con ogni bambino, in ogni modo possibile: conoscere gli interessi di ciascuno, favorirli, gratificare i successi, partecipare alle loro necessità.
I modelli culturali riguardo ai gemelli sono molto differenti nelle varie parti del mondo; in quello occidentale (Stati Uniti) così come in Giappone, oggi il “marcato individualismo” porta ad esagerare la ricerca di una personalità indipendente e dominante, spesso a scapito dell’altro; nella cultura Africana prevale invece l’attenzione sulla gemellarità in diversi modi e gli americani di colore spesso continuano le tradizioni che tendono a preservare questa particolarità vestendo i gemelli fraterni nello stesso modo per molti anni e dando loro nomi simili. I gemelli nascono in una relazione univoca, privilegiata, particolare molto complessa e potrebbero essere stati allenati dalla natura molto meglio di chiunque di noi, nati single, nel condurre e mantenere una relazione a lungo termine.
Prof. Carlo Capone