2 cuoricini battevano forte nel mio ventre

Una sorpresa. Capita che quando meno te lo aspetti arrivi. Avevamo pensato che non saremmo mai diventati genitori, tanto meno naturalmente. Tutto non era andato come doveva andare e allora, dopo tanto soffrire, l’unica cosa che puoi fare è metterti il cuore in pace. Sapevamo che l’adozione nazionale era difficilissima, ma noi ci speravamo.

Poi quei sintomi strani, quella sensazione che c’è qualcosa che non va, ma hai paura a fare il test perché un’altra delusione no, non la puoi sopportare.

E invece ecco che accade: aspettavamo un bambino anche noi. Impossibile crederci, ma era così.

La seconda visita dal ginecologo poi ci ha catapultato in un altro mondo: due cuoricini battevano forti nel mio ventre; e sì, avevamo aspettato tanto ma ora stavamo per recuperare il tempo perduto. Aspettavamo due gemelli. Due gemelli monocoriali.

Ricordo come ora i sorrisi stampati sulle nostre facce. Due gemelli. Nemmeno il quadro che ci fece il ginecologo al momento, di tutti i rischi che la mia gravidanza avrebbe comportato, ci tolse quei sorrisi.

I primi mesi sono passati, anche se difficilmente, senza grossi problemi. Le visite continuavano, io stavo male ma i gemelli stavano bene. Ogni volta era un tensione infinita, ma sembrava andare tutto per il meglio. E un’altra sorpresa ci aspettava: i gemelli in realtà erano due gemelle, due bimbe. Chiunque mi conoscesse lo diceva: a te non potevano che arrivare due femmine. Ero così felice.

Ma poi ecco arrivare davvero la paura: c’era qualcosa che non andava, tutto faceva pensare alla sindrome feto fetale, e quindi la scelta di correre a Milano. Ma ancora ci speravamo, in fondo questa sindrome si poteva tenere sotto controllo, a noi non poteva succedere nulla, non avrebbe avuto senso.

E invece la doccia fredda: non era sindrome feto fetale, una delle bimbe aveva avuto un’emorragia cerebrale e aveva un idrocefalo. I danni erano gravi, gravissimi, e tra una mezza parola ed un’ altra avevamo capito che la cosa migliore, secondo i medici, era che la bimba non venisse al mondo. Ma come rischiare anche la vita dell’altra? Ero solo di 21 settimane, i rischi erano troppo alti… E così ecco il buio, i pianti, le urla anche tra noi… non poteva capitarci questo, perché perché?

Poi la corsa a Londra, i chiarimenti con un luminare che ci fece capire che difficilmente la bimba sarebbe nata, giorni di decisioni difficili e forse per qualcuno eticamente scorrette, ma noi volevamo questa bambine a tutti i costi e volevamo dare ad entrambe una vita felice, solare.. e questo non era più possibile.

Quando finalmente le giornate sembravano scorrere tranquille, sapendo che le nostre scelte ci avrebbero portato alla vita che sempre avevamo sognato, il destino ha deciso di accanirsi ancora.

Quella sera non la dimenticherò mai: il sacco che si rompe, la corsa in ospedale, poi ancora di corsa a Milano, i miei pianti, il dolore….. le scelte e le consapevolezze. Una settimana difficile, una tra le più difficili della nostra vita e poi, tutto ha avuto un senso e le mie bimbe sono venute al mondo. Entrambe. Alla 27° settimana+ 4. Peso 925 gr Sofia e 795 gr Maya. Sofia, ha rischiato di morire la prima notte, Maya nonostante i suoi problemi sembrava un caterpillar. E quando le ho viste ho capito tutto: le volevo, le volevo entrambe, qualsiasi cosa fosse successa, qualsiasi prova difficile avessi dovuto affrontare nella vita.

Erano due cucciole, minuscole, avvolte completamente da tubi. E che emozione toccarle, le loro testine erano così piccole da riuscire a racchiuderle con le mie mani.

Si davvero, avrei affrontato qualsiasi cosa, pur di portarle a casa tutte e due.

Ma non è stato così e Maya, il mio passerotto, è volata in cielo dopo 27 giorni.

27 giorni di amore puro, incondizionato, 27 giorni fatti di ore in ospedale a dividerci tra una e l’altra, di vita stravolta con una casa che ci aspettava ogni sera ma che non era la nostra, di allarmi che suonano, di paure infinite e di piccole gioie conquistate giorno per giorno. L’ospedale era per noi ormai una seconda casa, anzi la prima: lì era tutto il nostro mondo.

Penso sempre che Maya abbia voluto aiutarci: venire al mondo, farsi conoscere, amare e andarsene silenziosamente…da sola.

Ci è stato detto che forse non si è mai accorta di essere nata, ma nel mio cuore so che non è così: lei c’era quando la tenevo abbracciata sul mio cuore, quando le cantavo le canzoni di Baglioni perché ancora non conoscevo le ninne nanne, era lì ed ha voluto farci un regalo grandissimo.

Sofia da quel giorno è migliorata sempre di più e dopo due mesi precisi dalla sua nascita, due mesi fatti di ospedale, di nuove grandi amicizie, con dolori e gioie condivisi con altri papà e mamme,  di infermiere con cui scherzare ogni giorno, ormai più amiche che altro, l’abbiamo portata a casa con noi.

Oggi ha quasi tre anni, ed una bimba furbetta ed intelligente. E quando guarda il cielo mi dice: mamma Maya è in cielo? Perché? Le rispondo che aveva tanta “bibi” ed è volata via.

Un giorno le racconteremo la storia di un passerotto che è venuto al mondo per aiutare lei e noi ad avere la vita che avevamo sempre sognato.

Cristina e Devid