Alcool e gioventù

Alcool e gioventù

Dal  Corriere della Sera RUBRICA: SCRIVETE A…
Domanda: Mio figlio di 14 anni è andato ad una festa di carnevale a casa di un compagno di scuola. Quando sono andata a riprenderlo, mentre davo una mano a riordinare, sono rimasta esterrefatta dalla quantità di lattine di birra e bottigliette di aperitivi alcolici che ho visto tra i rifiuti. Non ho protestato, per educazione, con i padroni di casa, ma a me sembra assurda questa tolleranza nei confronti del consumo di alcolici da parte dei giovanissimi. Lei cosa ne pensa?

Risposta: Sono lieto della sua lettera, che mi permette di riprendere un tema che più volte abbiamo affrontato. Anche in una recente lettera una  madre raccontava di aver ritrovato il figlio minorenne in discoteca svenuto per il troppo alcool. IL problema è semplice: c’è una legge sulle vendite degli alcolici ai minori, ma viene spesso disattesa. E c’è in generale ( è il caso della festa privata ) una scarsissima percezione del pericolo rappresentato dall’alcool. Per dare un quadro un po’ provocatorio, la realtà italiana è oggi questa: se suo figlio fuma una sigaretta viene buttato fuori da un locale, se fuma uno spinello può venire arrestato, se si ubriaca fino a stramazzare nella maggior parte dei casi nessuno si preoccupa. Eppure dei tre atti, presi singolarmente, il più pericoloso è proprio quest’ultimo, perché di etilismo acuto si può anche morire.

Ripassiamo qualche dato: l’alcool è la prima causa di morte e di invalidità tra i giovani ( per le conseguenze degli incidenti stradali ). L’alcool provoca il 10 % di tutte le malattie, il 10% dei tumori, il 63 % delle cirrosi epatiche. All’alcool si possono imputare indirettamente il 41% degli omicidi ed il 45% degli incidenti. I dati più recenti sul consumo in Italia mostrano che nella popolazione adulta è stabile, mentre è in forte crescita tra i giovani. Due recenti ricerche made in USA mostrano che i giovani sono suggestionati soprattutto dalla pubblicità e dal cinema. A ciò si aggiungono la moda di frequentare i pubs, la diffusione degli “alcopops”( bibite alcoliche), le happy hour per l’aperitivo…al grido “viva chi “regge” di più.
E poi la discoteca, dove si paga con l’ingresso la consumazione “obbligatoria”, grazie alla quale una vodka costa come un’aranciata. L’effetto è che, pressati da moda e pubblicità, per i nostri giovani si tratti appunto di un consumo obbligatorio.