Si può dare il miele nei primi 12 mesi di vita del bambino?

a cura di: Dott. Guido Vertua (pediatra)

Resto a dir poco stupito a leggere che il miele non va somministrato nei primi 12 mesi di vita. Ho sempre saputo che il miele, in sostanza, è anche un blando antibiotico. Ho avuto questa informazione durante un corso di igiene alimentare, nel corso del quale ci è stato fatto notare che, pur lasciando un barattolo di miele in ambienti/condizioni non proprio igieniche (caldo umidi, senza il coperchio, ecc.) non riusciamo a trovare una muffa. Certo non è un vero e proprio antibiotico, ma pensavo fosse un vero e proprio “antibatterico” (passatemi il termine). Inoltre ho sempre pensato che il miele fosse una buona soluzione per il ciuccio. Diverse mamme infatti mettono lo zucchero sul ciuccio per “sedare” il bebè. Credo proprio che dovrò rivedere alcuni metodi, ma vorrei chiedere se effettivamente tutte le mie “conoscenze” sul miele sono infondate e se ci sono altri effetti negativi sul bambino oltre al condizionamento dei gusti.

Il miele è una sostanza che viene utilizzata sia come dolcificante che come alimento vero proprio anche durante il primo anno di vita.Rappresenta però una delle riserve alimentari più cospicue di Clostridium Botulinum e di spore dello stesso. Questo germe ha bisogno, per svilupparsi, di condizioni fisico-chimiche particolari: anaerobiosi (mancanza di ossigeno), temperature superiori a 3-4°C, ambiente non eccessivamente acido o basico (pH compreso fra 4,7 e 8,5). Nelle condizioni ottimali sopra riferite, produce una neuro-tossina, la tossina botulinica, responsabile dell’intossicazione. In natura il Clostridium Botulinum si trova, sotto forma di spore (aspetto che gli permette di resistere a condizioni ambientali avverse, quali la presenza di ossigeno), nel terreno e nelle acque.

Gli alimenti che possono teoricamente essere inquinati da spore devono essere adeguatamente trattati prima della conservazione in confezioni prive d’ossigeno (ad esempio preparati sott’olio o sotto vuoto) e la distruzione delle spore richiede la cottura degli alimenti a temperature piuttosto elevate per lunghi periodi. Bisogna sapere inoltre che, mentre l’ambiente gastrointestinale degli adulti impedisce sia la sopravvivenza delle spore che la produzione della tossina,quello dei bambini di età inferiore ad un anno non lo permette, a causa della minore acidità gastrica. Di conseguenza la tossina può essere prodotta dando origine alla forma del lattante dell’intossicazione botulinica.

Contrariamente a quanto si crede il botulismo, cioè l’intossicazione da tossine botuliniche, dell’infante è la forma più frequente di botulismo ed è una forma meno violenta di quella dell’adulto (a causa del rilascio graduale di piccole quantità di tossina) ma più subdola e a volte non diagnosticata. Si manifesta soprattutto con sonnolenza, difficoltà nell’alimentazione, debolezza, flaccidità, e solo raramente con paralisi muscolari vere e proprie. Venendo poi alla seconda parte della domanda, occorre sapere che il miele contiene zuccheri che, a lungo andare, possono favorire la comparsa della carie, soprattutto quella degli incisivi dell’arcata dentaria superiore. L’abitudine di intingere il ciuccio nel miele condiziona inoltre il gusto del bambino, educandolo ad apprezzare soprattutto i sapori dolci.