Commento scientifico
(a cura del dott. Massimo Fontana, già Primario di Pediatria presso l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano)
L’urgenza è determinata dalla possibilità che una batteria “a bottone” non riesca ad attraversare l’esofago e vi resti bloccata – questo rischio è massimo nei bambini piccoli e con batterie di 2 cm o più di diametro.
In queste batterie, i due poli (positivo e negativo) sono estremamente vicini e, in presenza di una soluzione elettrolitica (come sono, più o meno, tutti fluidi biologici), si determina un passaggio di corrente che, a sua volta, provoca idrolisi dell’acqua, con liberazione di ioni idrossido, estremamente caustici.
Particolarmente pericolose sono le batterie con un voltaggio di 3 o più V, che possono “erodere” in poche decine di minuti la parete esofagea, arrivando a contatto con l’aorta, perforandola e provocando una emorragia infrenabile.
Vi è quindi l’indicazione alla loro rimozione “immediata” per via endoscopica, in Sala Operatoria e con la presenza del Chirurgo vascolare.
Non sono invece pericolose (almeno in questo scenario) le pile “classiche” e comunque quelle che hanno superato l’esofago e sono passate nello stomaco.