Prima di decidere quale terapia sia più corretta per il bambino occorre considerare che l’enuresi è un fenomeno che si risolve, nella quasi totalità dei casi, spontaneamente. Gli interventi che vengono attuati sono tesi ad accelerare la maturazione del controllo della vescica e/o a ridurre il volume totale di liquidi che arrivano alla vescica durante la notte.
SI PARLA DI ENURESI QUANDO UN BIMBO …DOPO I 5 ANNI DI VITA.
Il fine è quello di permettere al bimbo di condurre una vita normale affinché non debba per esempio rinunciare ad occasioni quali campeggi, gite scolastiche, soggiorni in casa di amici, e di evitare che il bambino possa manifestare un disagio a livello psicologico. La terapia può essere di 2 tipi, farmacologica o comportamentale: sta al medico decidere quale sia più adatta al singolo paziente.
QUANDO IL FENOMENO AVVIENE DI NOTTE SI PARLA DI ENURESI NOTTURNA.
CONSIGLI
- Spiegare al bambino che non appena sente il bisogno di fare pipì deve andare in bagno e, se come il più delle volte accade si rifiuta, programmare almeno 6 momenti della giornata in cui portarvelo.
- A volte è utile abituarlo a gestire il suo bisogno contando fino a 10 prima di iniziare a urinare. Questo lo aiuta a prendere coscienza della propria capacità di controllare lo stimolo.
- Invitarlo a svuotare completamente la vescica: non accontentarsi di poche quantità di urina. Molte volte il bimbo pensa di avere esaurito la minzione rapidamente e dopo la prima “spinta”: invitarlo invece a non avere fretta e ad aspettare che tutta la pipì sia uscita. Spiegargli che più che spingere durante la minzione, è utile rilassarsi e la pipì “verrà da sola”. Quando la minzione è stata completata invitarlo a un’altra piccola”spinta”. Quindi: piccola spinta, rilassamento con fuoruscita pressochè completa, un’altra piccola spinta, svuotamento.
- Il bambino non va mai sgridato: è dimostrato che il rimprovero aggrava la situazione, mentre un atteggiamento comprensivo lo migliora.
- Nel caso che anche i genitori abbiano sofferto di enuresi, comunicarlo al bambino può avere per lui un effetto rassicurante. Infatti il sapere che anche il papà o la mamma hanno avuto lo stesso problema e lo hanno superato è per lui di conforto e aiuta la guarigione.
- Svegliare la notte il bambino per farlo urinare non solo non serve a nulla ma può essere controproducente ed avere una valenza punitiva: meglio mettere un pannolino.
- Controllare che prima di andare a letto il bambino svuoti completamente la vescica.
LA TERAPIA DELL’ENURESI SI AVVALE DI DUE MOMENTI:
- TERAPIA FARMACOLOGICA
- TERAPIA COMPORTAMENTALE
Possono essere utilizzate, inoltre, anche delle tecniche comportamentali che permettono un apprendimento graduale della continenza notturna. Uno dei più diffusi è il sistema di allarme: il bambino, prima di addormentarsi, è collegato a un piccolo apparecchio che, appena inizia l’emissione di urina, attiva una suoneria in grado di svegliarlo per permettergli di completare la pipì in bagno. In generale, vi sono delle strategie che si possono utilizzare quando il proprio bimbo soffre di enuresi notturna: occorre evitare che i bambini bevano troppi liquidi dopo cena ed è importante che vengano accompagnati a fare la pipì appena prima di andare a letto. È buona prassi anche spiegare al bambino quello che sta succedendo, in base al suo livello di sviluppo, magari con l’ausilio di disegni o filmati. Può essere utile spiegare al proprio bambino alcune strategie per allenare la vescica a contenere e controllare una quantità superiore di urina: si può insegnare al bambino a interrompere il getto una volta iniziato o a riempire sempre più la vescica prima di correre a vuotarla. È importante anche abituarlo a gestire il suo bisogno contando fino a 10 prima di iniziare a urinare; questo lo aiuta a prendere coscienza della propria capacità di controllare lo stimolo.
Rispetto la possibilità di svegliare il bambino per portarlo a fare la pipì vi sono, invece, pareri contrastanti: per evitare uno stato di insofferenza o irritazione è più opportuno usare dei pannolini a mutandina per evitare che il bambino si sporchi. Infine, e questo è davvero molto importante, occorre evitare di punire e sgridare il bambino, ma gratificarlo per ogni piccolo risultato che riesce a raggiungere. Questo disturbo, come già spiegato precedentemente, spesso è sintomo di un periodo di malessere e disagio: stare vicino ai propri bambini, magari con un supporto di un professionista, può essere sicuramente un ottimo punto di partenza per riuscire a superare un momento di difficoltà.
IN SINTESI NON USEREI PER ORA TERAPIA FARMACOLOGICA NE’ FORSE SISTEMI DI ALLARME VISTA LA RELATIVAMENTE BREVE CARRIERA DI ENURETICO DI ALEX.
Individuare una formula tangibile di gratificazione.