Non esistono statistiche su quanti bimbi dormono profondamente e quanti invece costringono mamma e papà ad interminabili e faticose notti in bianco. Certo è che emerge un’unica ed inesorabile verità che divide in due la popolazione di neo genitori: quelli fortunati che si guardano bene dal lamentarsi del proprio angioletto, ed altri che non sanno più quali rimedi adottare per riuscire a godersi qualche ora di meritato riposo.
In realtà, forse, quello che maggiormente disturba o, a seconda dei casi, preoccupa non sono tanto la difficoltà del lattante nel prendere sonno o i suoi frequenti risvegli, quanto la difficoltà a capire la causa del suo comportamento. Anche perché il più delle volte lo stato di veglia del piccolo si accompagna ad altre manifestazioni, prima fra tutte il pianto, che interrompe la quiete notturna ed esprime in ogni caso un disagio o una richiesta di attenzione. Che fare dunque? Rispondere a questa domanda è difficile, ma si può cercare di ipotizzare in ogni caso qualche possibile ragione ed offrire alcuni semplici consigli.
Prima ancora di scorrere la serie di possibili cause è necessario capire che è possibile prevenire una buona parte delle notti scambiate per il giorno, allorché all’arrivo del bebè in casa, si cerchi di instradarlo su buone abitudini comportamentali, esercitando una sorta di condizionamento a fargli capire che esiste un giorno ed esiste una notte in cui, se appena possibile, si vorrebbe…dormire!!
L’unica cosa che possiamo sfruttare in tal senso è la scenografia dei pasti a seconda del giorno e a seconda della notte: provate a pensare di dividere i due periodi della giornata con il bagnetto, che quando potrà essere fatto (dopo la caduta del moncone ombelicale), verrà fatto di sera (deve essere, cioè, un momento corroborante di fine giornata; in fondo anche noi preferiamo fare una doccia dopo una giornata di lavoro, piuttosto che al mattino): così facendo tutto ciò che sarà prima del bagnetto sarà giorno, tutto ciò che sarà dopo il bagnetto sarà sera-notte: pertanto di giorno allattate il piccolo dove volete, in piedi o sedute, in cucina o in salotto, in casa o in giardino, i rumori, la musica, le persone, la luce, insomma la quotidianità. Di sera allatterete in camera dove il bimbo dormirà, una luce di cortesia, intonerete una ninna nanna che non canterete mai di giorno, lo metterete a nanna in una posizione diversa a seconda del giorno e della notte. Pertanto su una base comune che è il mangiare (uguale di giorno e di notte) saranno abissali le differenze ambientali: di giorno luce e rumore, di notte silenzio e buio; delle due l’una: se il bimbo fosse cattivello gli faremmo capire come stanno le cose, ma se il bimbo fosse buono, quando si tratterà di calare il numero dei pasti, siate certi che vi toglierà i pasti di notte in cui è sereno e tranquillo, ma se faceste tutto uguale vi potrebbe togliere i pasti di giorno e continuare a svegliarvi tre volte per notte fino a tre anni di vita.
In definiva se facciamo iniziare i nostri figlioli subito bene saremo a più di metà dell’opera.
Aldilà di questa regola d’oro che è puro condizionamento e vuole essere di prevenzione agli errori che possiamo compiere come genitori inesperti e che sono spessissimo alla base degli stravolgimenti del ritmo sonno-veglia da quando il bimbo arriva in casa, molte possono essere le cause di difficoltà all’addormentamento e frequenti risvegli:
- HA TROPPO CALDO: le mamme e le nonne sono ossessionate dall’idea che il bebè senta freddo. E’ un errore ed un pregiudizio: i lattanti, infatti, soffrono molto di più il caldo. Pertanto di fronte ad un bimbo che dorme male , se fosse troppo coperto, alleggerite la copertura…dormirà meglio.
- HA FAME: è una delle cause più frequenti di risvegli notturni, perché ha poppato male o non a sufficienza, ma anche per l’abitudine di richiedere il seno o il biberon a notte fonda. La mamma sa se assecondare la richiesta o, meglio, se questa è motivata oppure no: talvolta, infatti, non è tanto il bisogno di mangiare quanto quello di coccole a prevalere. Il rimedio potrebbe essere di cedere se il bimbo ha pochissimi mesi (da 0 a 3), ma appena fosse più grandicello è preferibile dedicargli maggiore attenzione di giorno, senza dare troppa importanza ai risvegli (non offrite sempre il cibo).
- CERCA CONSOLAZIONE: statisticamente si sa che tendono a svegliarsi più spesso i bambini delle mamme che lavorano e sono pertanto costrette a ricorrere ad asili nido o baby sitters. Avvertendo e trasmettendo inconsciamente un senso di colpa esse possono involontariamente rinforzare nel loro bimbo la richiesta di consolazione nelle ore notturne. Entro certi limiti si tratta di un fenomeno normale, che si traduce nella richiesta implicita di contatto fisico. Ogni situazione è diversa ma vale in ogni caso un suggerimento: nei primi mesi di vita è giusto assecondare, in limiti comunque ben precisi, il bisogno, avvertito in misura diversa da ogni bambino. Con il progredire della crescita, però, è importante stabilire regole e rituali e, se i genitori devono cedere, è fondamentale che il bimbo non si senta al centro esclusivo dell’attenzione, cioè in condizioni di pretendere e ottenere subito ciò che vuole.
- NON HA DIGERITO: Alcuni lattanti sono così voraci da alimentarsi in eccesso rispetto alla capacità dl proprio stomaco. In altri casi possono prendere il classico colpo di freddo che blocca la digestione oppure a causa di qualche microorganismo che da luogo ad un’ infezione respiratoria o gastrointestinale, ritrovarsi ad espellere il pasto. In tal caso si potrà intervenire con le giuste manovre.
- SENTE PRURITO: una puntura d’insetto, il contatto con sostanze irritanti o l’ingestione di una novità alimentare possono scatenare prurito, facilmente sospettabile in presenza di reazione della pelle. V’è da dire che nei primi mesi di vita tale sensazione non viene avverttita con tutte le sue note caratteristiche, ma probabilmente sotto forma di fastidio generalizzato, che da luogo a malessere ed irrequietezza. Desidero ricordare in questo capitoletto che un bimbo che si svegliasse in piena notte accusando prurito o fastidio al culetto o in zona genitali può essere portatore di vermetti (ossiuri) intestinali, che di notte possono uscire all’esterno per fare una bella passeggiata. Per i rimedi sarà necessario un contatto con il vostro pediatra.
- SOFFRE DI COLICHE GASSOSE: disturbo frequente nei primi 3-4 mesi di vita, più frequente nel tardo pomeriggio-sera che non di notte: il pianto sarà in tal caso accompagnato da flatulenze, scoreggine, diventano rossi in viso, si arricciano e si irrigidiscono, irritabilità, insomma, più o meno marcata, il pancino si gonfia e diventa teso. Per i rimedi, tra i quali l’esorcizzarne l’importanza sapendo che sono, comunque, un fenomeno passeggero e non sinonimo di malattia vera, è tra i più importanti, se ne parlerà con il proprio pediatra.
- E’ BAGNATO: il pannolino è la prima cosa da controllare se il bimbo si sveglia all’improvviso. L’umido ed il freddo nell’area genitale, infatti, gli procurano non soltanto una sensazione di fastidio ma irritano anche la pelle, per cui una buona tempestività nel cambio eviterà problemi maggiori: il più delle volte i normali gesti legati al cambio del pannolino sono sufficienti a rassicurare il lattante ed a concigliargli il sonno.
- HA LA FEBBRE: può disturbare il sonno per effetto sia dell’aumento della temperatura corporea, sia per i sintomi dolorosi della malattia stessa ( per esempio un’otite, una faringite ) o di cattiva respirazione ( per esempio raffreddore, una bronchite). L’uso di antipiretici, la liberazione del nasino con i lavaggi dinamici, il dissetarli, l’aiuto alla respirazione nei casi che lo meritano ci saranno di grande aiuto.
- HA FATTO UN BRUTTO SOGNO: tutti i bimbi sognano. Più diventano grandi e più i loro sogni acquistano struttura e contenuti organizzati. Si spiega così perché alcune emozioni intense, anche se in apparenza del tutto positive o non traumatizzanti, possono essere rivissute sotto forma di incubi e risvegli notturni. Se l’episodio fosse occasionale e tendenzialmente scordato dal bimbo, io non farei nulla se non semplicemente rassicurarlo. Se diventassero frequenti ed invalidanti per il bimbo anche nel vivere quotidiano si potrebbe parlarne ed individuare insieme ad un buon psicologo la giusta via per uscirne.
- E’ DISTURBATO DALL’AMBIENTE: la presenza di luci disturbanti o rumori è una delle prime cause di risvegli improvvisi del piccolo. Anche un viaggio o un cambiamento di clima possono interferire sul sonno del bimbo, che rischia anche di impiegare più tempo nell’addormentamento. Di solito i bimbi abbisognano di più giorni per adattarsi alla nuova realtà rispetto all’adulto.
LE REGOLE DELLA BUONA NOTTE:
- Osservate sempre gli stessi orari nella giornata nel cercare di addormentarli. Durante l’allattamento sarà essenziale far attaccare al seno o al biberon il bimbo quando vorrà lui cosicché sarà lui a strutturare i propri ritmi in base ai quali deciderà se sarà ora di fare la nanna (ricordatevi di condizionarli già da subito a capire che v’è un giorno e v’è una notte).
- Creare dei rituali, che vanno da una ninna nanna, sempre la stessa, solo serale o notturna, ad un tenerlo più in braccio dopo l’ultimo pasto, al cambiargli il pannolino.
- Assicurarsi che le condizioni di temperatura e umidità relativa (non più di 20° e 50-60% per l’umidità) siano adeguate.
- Evitare fonti di luce e rumore di sera (televisore troppo alto, stereo, chiacchiere a voce troppo alta).
- Se si rende necessario modificare il ritmo sonno-veglia ricordatevi che meglio è non fare cambiamenti troppo drastici ma fate tutto con un po’ di gradualità, usando un certo grado di sopportazione da parte vostra, anticipando o tardando di 5-10 minuti al giorno il momento della nanna.
- Parlerete con il vostro pediatra, che sarei io, se l’alterazione del ritmo sonno-veglia assume le tinte della cronicità, dello scambio vero e proprio del giorno per la notte, compromettendo in tal modo l’umore ed il carattere del bimbo anche durante il giorno.
Cercate di capire alfine il motivo dei risvegli notturni di vostro figlio, in modo da soddisfare nel modo più adeguato le sue esigenze.