Rifiuto alle Vaccinazioni, movimenti anti-vaccinali mito e realtà

Rifiuto alle vaccinazioni: mito e realtà nei movimenti antivaccinali

I vaccini sono considerati tra i maggiori successi della scienza biomedica moderna e rappresentano una delle armi di politica sanitaria più importanti ed efficaci. Grazie al loro utilizzo sono state (e continuano ad essere) evitate milioni di morti premature e altrettante sono le sequele invalidanti che ogni anno vengono scongiurate in tutto il mondo per l’enorme diffusione della prevenzione vaccinale. A fronte di effetti collaterali di modesta entità e solo molto di rado importanti per la salute degli individui, i vaccini hanno determinato tali e tanti vantaggi per la salute da non essere stati per molto tempo messi in discussione e le campagne di vaccinazione di massa rappresentano ancora oggi un punto fermo nella politica sanitaria in tutto il mondo.

Tuttavia, negli ultimi decenni, i vaccini sono divenuti le vittime del loro successo: la scomparsa o la sostanziale riduzione di molte patologie a seguito delle vaccinazioni ha determinato la perdita della percezione, da parte di molti, dei benefici determinati dalle campagne vaccinali essendo oggi in molti a non avere mai visto le conseguenze tremende di una infezione vaiolosa, difterica, poliomielitica. Proprio per questo, atteggiamenti antivaccinali hanno avuto la possibilità di crescere e organizzarsi in veri e propri movimenti antivaccinali, che giustificano il loro credo anche con motivazioni di tipo filosofico, credenze religiose, insofferenza nei confronti dell’obbligo vaccinale, sfruttando anche, e non da ultimo, un certo grado di disinformazione riguardo ad efficacia e rischi reali delle vaccinazioni con conseguente sovravalutazione dei rischi.

La diffusione di questi movimenti ha determinato una riduzione delle coperture vaccinali e un certo clima di sfiducia che ha coinvolto, paradossalmente, proprio i genitori più attenti. Oggi si sente domandare:” perché vaccinare mio figlio se la malattia è scomparsa nel nostro paese?” la risposta è ovvia per gli addetti ai lavori ma non sempre lo è altrettanto per un genitore a cui giungono informazioni non univoche o scorrette. Oltre alla necessità di far comprendere che vaccinare corrisponde a proteggere il proprio figlio quanto curarlo per un’infezione o proteggerlo dagli incidenti domestici occorre sottolineare il ruolo sociale della copertura vaccinale: oggi molte patologie ormai dimenticate non tornano a colpire l’Italia (nonostante la globalizzazione ed i flussi migratori) soltanto perché la copertura vaccinale nella popolazione è ancora molto alta: nel caso in cui il numero dei soggetti vaccinati si riducesse drasticamente le conseguenze sarebbero drammatiche anche qui da noi.

Se da una parte può essere comprensibile che alcuni genitori considerino l’obbligo vaccinale come mancanza di potere decisionale, dall’altra deve essere ben compreso che la rinuncia all’obbligatorietà deve essere sostituita da una scelta consapevole, sostenuto da un’informazione capillare, esauriente e scientificamente corretta sui rischi-benefici dei vaccini e sulle problematiche serissime che dovremmo affrontare qualora il nuovo atteggiamento degli Istituti di Sanità provocasse un drastico calo dei soggetti vaccinati. D’altra parte noi operatori sappiamo benissimo che già oggi i genitori cercano informazioni al di fuori degli ambiti istituzionali dove l’accesso ad Internet ha prodotto un cambiamento epocale; a fronte della facilità d’uso non va assolutamente dimenticato che Internet non permette di valutare in coscienza la validità, la qualità delle informazioni, l’aderenza all’evidenza scientifica, con il rischio, pertanto di diffonderne di errate e potenzialmente deleterie per la salute pubblica. Internet ha fornito, in questo caso, ai movimenti antivaccinali l’opportunità di pubblicizzare le proprie tesi con una diffusione senza precedenti, senza competizione quantitativa per siti web con gli organi ufficiali ed istituzionali per la materia che sono infinitamente inferiori come numero.
Per tutto ciò,  la diffusione delle informazioni disponibili su tutti gli aspetti delle vaccinazioni, supportata da un’adeguata autorevolezza scientifica gioca un ruolo, oggi, cruciale: di fronte al dilagare della disinformazione occorre saper fornire risposte adeguate di cui si rendano responsabili tutti gli operatori coinvolti (istituzioni, medici, medici pediatri).