ossiuro

Ossiuri

È impossibile che un lattante “prenda i vermi”. La sua alimentazione, infatti, si basa esclusivamente sul latte, materno o formulato, che è totalmente sicuro.

Il seno della mamma è, per lo più, una via a prova di germi, batteri o uova di parassiti intestinali. Anche il biberon è sicuro, purché sia sempre lavato e/o sterilizzato con cura. Inoltre il bebè non si muove autonomamente.

Il rischio aumenta quando il bambino inizia a gattonare e a camminare, cioè dal momento in cui comincia a muoversi da solo, anche in prati o giardini, e a giocare e toccare tutto quello che attira la sua curiosità. Spesso, poi, a quest’età,  rifiuta di lasciarsi lavare le mani (a meno che non sia per giocare con l’acqua) con il rischio di portarsele sporche alla bocca. Aumentano così tantissimo le probabilità che ingerisca le uova di questi parassiti presenti nel terreno contaminato. Altri veicoli di infestazione possono essere giocattoli, lenzuola, vestiti, sanitari contaminati o, più raramente, cibi infetti. I generale si può dire che il contagio preferenziale avviene tra la bocca del bimbo e gli oggetti contaminati (tra cui anche le manine sporche di feci o delle uova dei parassiti). In ogni caso l’età più a rischio è fra 1 e 3 anni, cioè l’età di una discreta autonomia motoria.

L’ossiuro è sicuramente uno dei vermi più diffusi e più responsabili di infestazione (interessa dal 25 al 50% dei bimbi in età scolare). Si tratta di un piccolo verme bianco: il maschio è lungo meno di 1 centimetro, la femmina poco di più.

L’ossiuro colpisce solo l’intestino dell’uomo, ambiente dove vive e si riproduce. Al di fuori di questo le uova sopravvivono in ambienti umidi per vari giorni. Dopo che le uova si sono schiuse, i vermi si sviluppano nell’intestino tenue (primo tratto) e raggiungono la propria maturazione nell’intestino cieco, dove vi sono colon e retto. Da questa sede durante la notte la femmina migra verso il canale anale, dove deposita le uova sulla cute perianale e muore. Solo dopo un mese dall’ingestione delle uova si ha la comparsa del prurito anale, che nelle bimbe si associa spesso a prurito alla passerotta. I bimbi possono apparire nervosi e irrequieti e, a causa del fastidio, cercare di cambiare continuamente posizione. Può comparire anche mal di pancia senza apparenti motivazioni e orticaria. Un rischio non raro è quello della reinfestazione (ricaduta), provocata dal grattarsi nella zona anale: se il bimbo si porta alla bocca le manine non lavate ingerendo altre uova, potrà aumentare in modo sensibile il numero di vermi infestanti e la durata del fenomeno. Non sempre gli ossiuri danno prurito anale. Ci si può accorgere per caso della loro presenza perché i bimbi li eliminano con le feci, che appaiono striate di filamenti bianchi.

COME SCOPRIRLI?

La giusta terapia verrà individuata dal pediatra, ma importantissimo sarà cercare di evitare le reinfestazioni. In tal senso è essenziale spazzolare con acqua e sapone sotto le unghie dei bimbi, accorciandole se sono lunghe, cambiare spesso lenzuola e biancheria dopo aver sottoposto il bimbo alla cura. Cura da ripetere dopo 2 settimane, per avere la certezza di aver davvero debellato l’infestazione.

È ragionevole far eseguire la terapia ai familiari strettamente conviventi.